Corpoceleste, un Talento che Conquista il Cuore del Pubblico
Corpoceleste è un nome che risuona sempre più forte nel panorama musicale italiano. Ha partecipato ad Area Sanremo con il suo primo singolo “Roma”, segnando un momento cruciale nella sua carriera. In questa bella chiaccherata, l'artista ci racconta come il successo di “Roma" abbia influenzato il suo approccio alla musica edae alla composizione, la sua emozionante collaborazione con la cantautrice sudcoreana EUNICE, e molte altre esperienze personali che hanno plasmato il suo ultimo singolo “Acqua sotto i ponti”. Scopriamo insieme il viaggio artistico di un talento che continua a sorprendere e ad emozionare, con una passione che si riflette in ogni nota e in ogni strofa delle sue canzoni.
Il tuo primo singolo “Roma” ti ha portato a Sanremo e ha segnato un momento cruciale nella tua carriera. Come ha influenzato questo bel successo il tuo approccio alla musica e alla composizione?
Che bella domanda! “Roma” mi ha sicuramente dato tantissime soddisfazioni, ma la caratteristica di questo brano che ha influito di più sulla mia scrittura e composizione è una: quando canto “Roma” ai live - di solito alla fine del concerto - invito sempre il pubblico ad urlarla insieme a me; la maggior parte delle persone riesce a si riconoscersi subito nei versi “sono fisicamente stanco / sono letteralmente a pezzi / forse Roma è un po’ così” e quindi è facile stabilire una connessione con loro. Dal successo di questa canzone ho imparato quanto sia importante e bello scrivere canzoni in cui gli altri possano non solo rivedersi, ma che possano cantare a squarciagola nei momenti della giornata, magari lavando i piatti o in macchina, mentre si guida. Riconoscendone il valore e inserendola nell’iniziativa “Sulle strade della musica”, Rai Isoradio e la CasaSIAE sanremese mi hanno fatto rendere conto che devo continuare su questa strada.
La tua collaborazione con la cantautrice sudcoreana EUNICE per il brano “Dancing in the Rain” ha portato la tua musica nel mondo del K-Pop. Raccontaci un pò di questa esperienza, hai notato differenze e magari somiglianze nel lavorare con artisti di culture e generi musicali così diversi?
È stata una bellissima esperienza. Ho conosciuto il produttore Gionata Caracciolo durante un viaggio a Seoul e ci siamo subito presi. Lui ha ascoltato alcuni miei pezzi - in particolare “Meteoropatia” - e mi ha detto che avevo un gusto per la composizione della melodia che si avvicina molto al genere del K-Pop. Dunque abbiamo unito le forze e scritto “Dancing in the Rain”. Non mi sono mai divertito tanto a scrivere un pezzo: l’approccio è molto diverso. Ci si concentra maggiormente sulla composizione melodica e si prediligono tantissimi backing vocals, che ho adorato registrare per la demo iniziale. EUNICE, ex-membro del gruppo DIA, ha accettato la sfida di creare questa collaborazione italo-coreana e ha riscritto il mio testo, originariamente in inglese, in coreano, per poi interpretarlo. Ad oggi la canzone conta più di 100.000 ascolti su Spotify, e questo mi dà la spinta per provare a continuare a scrivere per artisti K-Pop.
Parlando un pò del tuo ultimo singolo “Acqua sotto i ponti, Il brano parla di un’avventura discografica che hai vissuto a diciassette anni e che ti ha lasciato cicatrici profonde. Come hai trasformato queste esperienze dolorose in arte e in che modo questo processo ha influenzato la tua crescita personale e professionale?
“acqua sotto i ponti” è un titolo che avevo in testa da anni, mi piaceva molto l’idea di esplorare un’esperienza passata dopo tanto tempo e poter dire di averla superata. Eppure non riuscivo proprio a provare a mettere su carta questa sensazione. Era come se fossi congelato, bloccato completamente. C’è voluta una bella analisi interiore per capire che io, quell’avventura discografica, non l’avevo mai superata veramente - mi ero solo convinto di averlo fatto. Mi sono reso conto di provare ancora tantissimo rancore: mi sentivo come se mi avessero sottratto due anni di crescita personale e artistica, e mi avessero ingannato. Provo ancora le stesse cose, ma oggi posso dire di aver fatto pace, se così si può dire, con questi sentimenti. Se non altro, ne è uscita “acqua sotto i ponti” che è una canzone che amo tantissimo: coniuga il mio amore per la scrittura dei testi a un sound nuovo che non avevo mai esplorato, molto più fresco di ciò che ho fatto finora. Sono molto contento che questa canzone sia uscita e, forse, se non avessi vissuto quell’esperienza discografica, oggi non sarei il cantautore che sono.
Essendo anche autore per altri artisti, come bilanci la tua visione creativa personale con le esigenze e le aspettative degli altri cantanti per cui scrivi?
Non è sempre facile. Scrivere con altri mi ha aiutato molto anche a ricalibrare le mie canzoni, quelle di Corpoceleste. Ho imparato a non dare per scontate tante cose che davo per scontate, e ad apprezzare tanti aspetti del processo creativo che non apprezzavo così tanto. Poi, ognuno ha un approccio differente, e “unire” metodi diversi spesso dà risultati inaspettati e bellissimi. È da poco più di un anno che lavoro come autore e ho già scritto moltissimi brani profondamente diversi gli uni dagli altri. È un processo di apprendimento costante: bisogna considerare le esigenze dell’artista per cui si va a scrivere, senza però snaturare il proprio stile.
Lasciaci con una tua citazione personale ed un saluto ai lettori di Musicatonica
Ciao a tutti i lettori e grazie Musicatonica per questa bella intervista e per queste domande molto interessanti! In questi giorni pieni di sole, vi lascio con una luminosa citazione di “Luce”, traccia finale del mio primo progetto discografico “Spiragli”: «Saremo i personaggi principali della narrazione / e ballerò davanti agli occhi increduli delle persone / Non mi lascerai nemmeno nel peggiore dei miei giorni / Accendimi come un fiammifero / Scoperchia il tetto e allora la vedrò: la luce.»
Grazie a Corpoceleste per aver condiviso con noi il tuo viaggio musicale e le tue esperienze personali. Con questa passione e questo talento potrai continuare ad ispirare ed emozionare il pubblico, ma soprattutto continuare ad inseguire i tuoi sogni nel mondo della musica.
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